Descrizione
La catacomba di manomozza è collocabile cronologicamente nel iv-v
Secolo d.C. Scoperta nel 1890 dall’archeologo paolo orsi, i cui lavori di
Scavo furono avviate nel 1902. Essa è ubicata nei pressi del centro abitato
Di san focà e alla vicina basilica di san foca. All’interno sono visibili
Stanze e cubicoli come la stanza dei baldacchini, vista la presenza di
Particolari sarcofagi a baldacchino. Sulle pareti delle catacombe di
Manomozza si possono ammirare anche delle incisioni con iscrizioni in
Lingua greca che trattano informazioni sui defunti.
Il pontificio istituto di archeologia cristiana, ha organizzato i
Sopralluoghi alle catacombe siracusane di vigna cassia, s. Giovanni, s.
Lucia e all'ipogeo di manomozza a priolo. Queste catacombe priolesi, pur
Nella loro modica estensione, sono caratterizzate da una complessa rete di
Gallerie strette, basse e di diverse dimensioni, chiamate ambulacri,
Generalmente interrotte da camere sepolcrali più o meno ampie (cubicoli),
Destinate ad ospitare le tombe di una famiglia o di associazioni; gli
Ambienti più vasti, le cripte (da crypto=nascondo), contenevano
Solitamente le tombe di personaggi di riguardo o di un martire sopra le
Quali, a volte, si celebravano cerimonie religiose. Le prese d'aria e luce in
Questi luoghi bui e spesso umidi, erano garantite dai lucernari, aperture a
Forma di imbuto che giungono fino in superficie, praticate in
Corrispondenza di incroci di gallerie e nei cubicoli più importanti.
Inizialmente servivano per l'estrazione del materiale e il passaggio degli
Addetti agli scavi (i fossores) man mano che si procedeva, in profondità,
Nei lavori; alla fine le aperture si trasformavano in lucernari. Agli albori
Del cristianesimo, quando cioè la religione cristiana non era tollerata dagli
Imperatori romani, in queste catacombe vi si accedeva attraverso
Scomodissime scale ripide e strette, intagliate nella roccia; nel iv secolo
Tali accessi vennero sostituiti con altri più ampi e comodi. Lungo le pareti
Delle gallerie e dei cubicoli sono scavate, in diversi ordini, le sepolture
(loculi) di dimensioni sufficienti per contenere uno o più defunti. Il
Riconoscimento della sepoltura era reso possibile generalmente non dalle
Iscrizioni o dagli epitaffi dipinti, ma da semplici segni convenzionali o da
Oggetti personali del defunto (monili, giocattoli, vetri, monete, ecc.), fissati
Nella calce che debordava dalle lastre di chiusura. Rispetto al semplice
Loculo di forma rettangolare, il tipo di sepoltura più monumentale ed
Importante era quello sormontato dall'arcosolio, una nicchia semicircolare
(che caratterizza tutte le catacombe priolesi), che accoglieva sovente i
Corpi di personaggi di riguardo o martiri. Generalmente le sepolture dei
Martiri però erano contrassegnate con la dicitura martyr (martire), incisa
Sulla pietra tombale o più semplicemente con la lettera m. La complessa
Ed articolata attività edilizia sotterranea generalmente non seguiva uno
Schema prestabilito, essendo strettamente collegata alle caratteristiche
Geologiche delle varie zone e all'osservanza della proprietà terriera
Soprastante: i confini dell'area esterna, infatti, limitavano l'estensione delle
Gallerie sottostanti. I terreni, in genere, appartenevano a grandi famiglie
Del patriziato, convertite alla nuova fede e, quando la natura del sottosuolo
Lo permetteva, venivano autorizzati scavi anche a due o tre piani di
Gallerie, fino a raggiungere anche venti metri di profondità.
Servizi
Modalità di accesso
L'accesso alla catacomba avviene tramite una piccola rampa di scale che conduce a un ampio vestibolo d'ingresso.